Serpenti nei muri e sabbia negli occhi

Ph. Alessandro Rocca.

Galbarwaqo è un villaggio nell’area di Mudug, una regione della Somalia centro-settentrionale i cui residenti sopravvivono grazie all’allevamento di bestiame in una condizione di emergenza costante dovuta ai conflitti tra clan, alla presenza di Al Shabaab e all’alta incidenza di disastri naturali.

Fino a poco tempo fa la sua scuola primaria, collocata su un terreno aperto e polveroso, non aveva alcun muro di cinta che proteggesse gli alunni dalla curiosità della gente o dagli animali selvatici, ed era composta da due stanzette fatiscenti il cui tetto si scoperchiava regolarmente quando tirava vento. Le lezioni venivano puntualmente interrotte da serpenti nascosti nelle crepe del muro, o dalla sabbia che passava attraverso le fessure per andare a bruciare gli occhi di alunni e insegnanti. Le due latrine a disposizione, inoltre, avevano un estremo bisogno di riabilitazione.

Attraverso il progetto “Resilienza e recupero dalla siccità nelle Regioni di Hiran, Galgaduud e South Mudug” finanziato dalla Commissione Europea, Cesvi ha potuto costruire un muro di cinta alto 2,5 metri e lungo 30 intorno alla scuola; ha messo in funzione le latrine, ristrutturato il tetto e riempito le crepe nelle pareti.

“La differenza rispetto a prima è enorme. Avevamo istituito la scuola perché credevamo nell’importanza di far studiare i nostri figli, ma la nostra scarsa disponibilità economica non ci ha permesso di mantenerla in buono stato. La nostra iniziativa è stata premiata da Cesvi: con questo intervento, le attività scolastiche potranno andare avanti ancora a lungo. Ora non ci resta che trovare altri insegnanti qualificati che possano migliorare sensibilmente l’offerta formativa” – afferma Salad Ali, cittadino di Galbarwaqo.

Il muro perimetrale permette un maggior livello di sicurezza agli studenti, e in futuro potrà dare un vantaggio enorme alla scuola: la presenza di un recinto di protezione è infatti un requisito fondamentale per le distribuzioni di cibo da parte del  Programma Alimentare Mondiale. Una volta che la scuola sarà in grado di offrire un pasto agli alunni, i genitori, già sensibili alla tematica dell’educazione grazie agli incontri di sensibilizzazione organizzati da Cesvi, saranno ancora più motivati a far sì che i figli frequentino le lezioni.

“Sono contento che la mia scuola sia stata sistemata, non era facile studiare e concentrarsi in classi come quelle che avevamo prima. E infatti, purtroppo, molti alunni non venivano a lezione. Ora che la scuola è bella e funzionante, molti ragazzi sono tornati in classe, felici di sfoggiare le uniformi distribuite da Cesvi” – racconta Sadiyo Hirsi, studente della terza classe.

“Cesvi ha fatto un lavoro encomiabile qui a Galbarwaqo” – ringrazia Idle Kulan, i cui figli frequentano la scuola primaria riabilitata – “Cesvi è l’unica organizzazione umanitaria che si è battuta per il benessere delle nostre comunità. Non solo sul piano educativo, ma anche sanitario e nutritivo: i livelli di malnutrizione nella nostra regione vanno ben oltre la soglia d’allarme. La nostra situazione è molto critica, ma grazie a Cesvi non ci sentiamo più soli”.

_______________

“Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti” è l’obiettivo che si prefissa l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Ad oggi, però, sono ancora 303 i milioni di bambini e adolescenti che non hanno l’opportunità di accedere a servizi scolastici primari o di completare il loro percorso educativo. Povertà, discriminazione, conflitti armati e fenomeni migratori sono le cause principali dell’abbandono scolastico giovanile. 1 bambino su 3 che non frequenta la scuola vive in contesti di emergenza (dati Unicef). A questi bambini è dedicata la Giornata Internazionale dell’Educazione, istituita a dicembre 2018 dalle Nazioni Unite per celebrare l’importanza del ruolo dell’educazione nella creazione di una società sostenibile e resiliente.

Foto di copertina: Alessandro Rocca