Tutto per mia figlia

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di Roberto Vignola


Un giorno, all’improvviso, tutto cambia
. La povertà, la fame, la mancanza di prospettive e la paura di non poter dare un futuro a tua figlia diventano, paradossalmente, i tuoi problemi secondari… perché da quel giorno, ogni mattina, ti senti male.

Febbre, nausee, inappetenza ed energie fisiche sempre più deboli diventano il nemico contro il quale combattere quotidianamente, un nemico troppo forte che continua a vincere e a minacciare la tua salute e la tua stessa vita. Un nemico al quale, dopo mesi di dolori e sofferenze, i medici finalmente sanno dare un nome: HIV.

Questo è ciò che è accaduto a Claudine, una mamma di 37 anni di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo. Una donna forte che, nonostante le tante difficoltà di un’esistenza messa a dura prova dalla miseria assoluta, dall’essere rimasta vedova quando sua figlia aveva solo 3 mesi, ha sempre lottato, affidandosi alle sue sole forze, per andare avanti e cercare di garantire un presente e un futuro di serenità e dignità alla sua amata bambina.

Ma di fronte agli insormontabili limiti di una salute sempre più vacillante, ha dovuto arrendersi e chiedere urgentemente un aiuto. E Claudine questo aiuto vitale lo ha chiesto ai medici dell’Ospedale di Matete, una struttura specializzata nella cura e nella prevenzione dell’HIV, sostenuta dalla generosità di tutti i benefattori Cesvi attraverso la campagna “Fermiamo l’Aids sul nascere”.

La diagnosi di Claudine non lascia dubbi, purtroppo ha contratto l’Aids, una malattia che ha sicuramente determinato la morte prematura di suo marito e che, ogni anno, uccide centinaia di migliaia di persone nella sua terra. Basta pensare che, nella sola Africa sub-sahariana, si contano 25,8 milioni di persone malate di HIV, ovvero il 66% dei sieropositivi su scala mondiale, e che più della metà sono donne e circa 1,4 milioni bambini.

Eppure Claudine, che ora sa contro chi deve combattere, è tranquilla, sa di essere sempre stata fedele a suo marito e sa che, facendosi aiutare e seguendo le dovute terapie, starà meglio e potrà tornare ad occuparsi della sua bambina. È disposta a tutto per sua figlia, che oggi ha 12 anni, e non si è arresa nemmeno quando, cacciata dalla famiglia e dalla comunità solo perché malata, per sette lunghi mesi ha vissuto in una Chiesa e ha accettato qualsiasi lavoro per procurare qualcosa da mangiare per sé e per sua figlia.

Claudine oggi sta bene, ha trovato finalmente un’occupazione come donna delle pulizie presso l’Ospedale di Matete, e questo le ha permesso di acquistare una piccola casa tutta sua. Claudine è viva grazie al tuo sostegno e alla tua costante solidarietà, grazie all’aiuto di tante persone speciali che, come te, affiancano giorno per giorno gli operatori e i medici Cesvi impegnato nella dura lotta all’Aids.

Foto di Giovanni Diffidenti