La storia di Brandon e Tendai: in Zimbabwe si lotta contro la fame e per un’educazione migliore

Brandon e Tandei storie dal campo

In un Paese sempre più afflitto dalla crisi climatica e da una drammatica carestia, molte persone si ritrovano a vivere in strada. Anche giovani e bambini si ritrovano a dover affrontare le difficoltà di non avere una casa. La storia di Brandon e Tendai, accolti nella Casa del Sorriso di Harare, ha un lieto fine. Grazie ai nostri operatori, la vita di questi due ragazzi di strada è tornata a essere dignitosa e serena.

Privo di un papà fin dalla nascita, Brandon era cresciuto sotto la custodia della mamma e della nonna materna. Si era rivelato negli anni come un ragazzo difficile, con tanti problemi di comportamento, tanto che la sua situazione era stata anche selezionata ai servizi sociali. Accusato di marinare spesso la scuola, del furto di alcuni oggetti ed in particolare di 190 dollari che si trovavano in casa, era scappato iniziando a vivere di elemosina sulla strada, come numerosi altri giovani nella sua stessa situazione.

Gli operatori di CESVI conoscono Brandon quattordicenne, dopo un mese dalla sua fuga, e si rendono subito conto che è un ragazzo relativamente nuovo in quel contesto. “Prima si riesce a raggiungere un giovane arrivato sulla strada, più facilmente si riesce ad ottenere il suo reinserimento familiare e sociale” – spiega Wayne Foroko, giovane operatore sociale della Casa del Sorriso. “Più un giovane rimane sulla strada più impara dagli altri ragazzi a non condividere le proprie informazioni personali e comunque assume modelli di comportamento completamente diversi da quelli accettati nella società”. Brandon non racconta agli operatori la vera ragione per cui si trova fuori casa, ma trasmette diverse informazioni che permettono di raggiungere la nonna con una semplice telefonata. Da allora, con l’affiancamento di CESVI, è stato possibile il felice reinserimento di Brandon nella sua famiglia, tanto che tutt’oggi il ragazzo frequenta regolarmente sia la scuola sia le sessioni di sostegno psicologico che continuano ad essergli offerte dai servizi sociali.

Come Brandon, anche Tendai era fuggito di casa di sua volontà, in ragione dei contrasti con i parenti che si prendevano cura di lui. Fin da piccolo, privato dalle vicende della vita dei suoi genitori biologici, veniva passato da un parente all’altro senza che la sua infanzia potesse mai trovare né pace, né amore. “Una volta sulla strada, i giorni diventano settimane e le settimane diventano mesi, molto in fretta” – racconta proprio Tendai in una testimonianza scritta che ci ha inviato. “Senza che neanche te ne accorgi diventi un bambino di strada e inizi a dipendere dall’aiuto degli altri. Ma la strada è anche violenza e sfruttamento”. Nel suo caso, dopo 6 mesi di vita di strada, è bastato che Enias Marama – il responsabile locale del progetto Casa del Sorriso – gli chiedesse il contatto telefonico di un parente, per sistemare le cose. Con una sola telefonata Marama ha messo la famiglia allargata, che per tanto tempo non aveva fatto altro che litigare per decidere chi dovesse prendersi cura del bambino, di fronte alle sue responsabilità. Tendai ha vissuto questi anni nella casa di suo zio e alle soglie dei 18 sta completando con successo gli studi e pianificando di avviare una propria fondazione per il sostegno dei bambini di strada.

In oltre 15 anni di attività sono tantissimi i ragazzi di strada che sono stati salvati con la cura, l’attenzione e… le telefonate degli operatori della Casa del Sorriso.

Continuando a stare al nostro fianco, garantirai un futuro migliore a tanti altri ragazzi come Brandon e Tendai.

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