Mai più vita in strada: Enniah è tornata a scuola

Centro diurno che accoglie ogni giorno circa 40 bambini e ragazzi, la Casa del Sorriso di Cesvi In Zimbabwe offre a chi la frequenta cibo, servizi igienici, istruzione e cure mediche. Foto di Roger Lo Guarro

Ad Harare, capitale dello Zimbabwe, non è raro incontrare gruppi di ragazzini accampati alla meno peggio per le strade della città. Sono street children, bambini dimenticati da tutti, scappati di casa o orfani di entrambi i genitori, che hanno trovato nella strada un luogo dove alleviare le loro sofferenze. Delinquenza, droga e prostituzione fanno parte della loro quotidianità.

Da quasi 15 anni la Casa del Sorriso di Cesvi è per gli street children di Harare un rifugio dai pericoli della strada. Centro diurno che accoglie ogni giorno circa 40 bambini e ragazzi, la Casa mette a disposizione un pasto caldo, servizi igienici e cure mediche, offrendo anche un aiuto per il reinserimento scolastico e, quando possibile, il ritorno in famiglia.

Le storie di chi frequenta la casa sono tante, come tante sono le ragioni per cui un ragazzo o una ragazza si ritrova da un giorno all’altro a vivere per strada. Come è successo a Enniah, a cui la povertà ha negato il diritto di essere bambina.

Dopo la fuga del padre, che con i magri guadagni dell’attività di venditore ambulante non riusciva a mantenere la famiglia, a 13 anni Enniah abbandona la scuola per lavorare come donna delle pulizie e contribuire alle spese per la crescita dei due fratelli più piccoli. Ma la pressione e le responsabilità sono troppe anche per lei: “Sopportare la fame era diventato impossibile, ma ancora peggio era vederla riflessa negli occhi di mia madre e i miei fratelli”.

Non c’è altra soluzione: Enniah scappa come il padre e finisce a vivere per strada. All’inizio ad aiutarla c’è un’amica, che condivide con lei gli spiccioli raccolti mendicando. Ma non può durare a lungo, ed Enniah comincia a prostituirsi per poter guadagnare il minimo indispensabile per sopravvivere.

Passano tre lunghi mesi: Enniah è sempre più disperata, ma non riesce a vedere un’alternativa. La via di uscita arriva con l’incontro con un operatore della Casa del Sorriso, che accoglie la sua richiesta d’aiuto e si attiva per facilitare il suo ritorno a scuola.

Qualche tempo dopo, Enniah è di nuovo tra i banchi della scuola di Chitungwiza, il suo sobborgo di origine. Le spese per i materiali scolastici le sostiene la Casa del Sorriso, i cui operatori vanno regolarmente a farle visita per parlare con lei e motivarla a mettercela tutta negli studi. Enniah è tornata a vivere con la madre e i fratellini, che l’hanno accolta a braccia aperte.

La madre è orgogliosa dei progressi della figlia: “Enniah ha sempre tenuto molto alla sua istruzione. Sono convinta che la sua forza e la sua intelligenza, un giorno, cambieranno le sorti della nostra famiglia. Mi rattrista non essere in grado, io da sola, a occuparmi dei miei figli e di dover contare così tanto sul suo aiuto. Succede spesso che Enniah non tocchi che una piccola parte del cibo che metto in tavola, per lasciarne di più ai suoi fratelli. È una sorella e una figlia meravigliosa, con un grande senso di responsabilità. E visto che io non posso sollevarla dalle fatiche di questa vita, sono enormemente grata a Cesvi per quello che fa per aiutarla ad avere successo nella vita”.


La campagna #LiberiTutti sostiene le attività della Casa del Sorriso di Harare: per dare il tuo contributo puoi mandare un SMS da 2 o effettuare una chiamata da rete fissa da 5 o 10 euro al 45535. Hai tempo fino al 25 dicembre, contiamo su di te! 

Grazie

 

Foto di Roger Lo Guarro