Una nuova vita per Washington

Centro diurno che accoglie ogni giorno circa 40 bambini e ragazzi, la Casa del Sorriso di Cesvi In Zimbabwe offre a chi la frequenta cibo, servizi igienici, istruzione e cure mediche. Foto di Roger Lo Guarro

Ad Harare, capitale dello Zimbabwe, non è raro incontrare gruppi di ragazzini accampati alla meno peggio per le strade della città. Sono street children, bambini dimenticati da tutti, scappati di casa o orfani di entrambi i genitori, che hanno trovato nella strada un luogo dove alleviare le loro sofferenze. Delinquenza, droga e prostituzione fanno parte della loro quotidianità.

Da quasi 15 anni la Casa del Sorriso di Cesvi è per gli street children di Harare un rifugio dai pericoli della strada. Centro diurno che accoglie ogni giorno circa 40 bambini e ragazzi, la Casa mette a disposizione un pasto caldo, servizi igienici e cure mediche, offrendo anche un aiuto per il reinserimento scolastico e, quando possibile, il ritorno in famiglia.

Le storie di chi frequenta la casa sono tante, come tante sono le ragioni per cui un ragazzo o una ragazza si ritrova da un giorno all’altro a vivere per strada. Quella di Washington è una delle esperienze purtroppo più comuni: i suoi guai iniziano alla morte dei genitori, quando viene affidato alle cure degli anziani nonni paterni, contadini senza molti mezzi di sostentamento.

Costretto ad abbandonare la scuola perché i nonni non possono pagare la retta, Washington prova a racimolare qualche soldo facendo dei lavoretti per le famiglie più ricche del vicinato. Ma i guadagni sono pochi, e Washington non riesce più a tollerare la condizione di povertà in cui è costretto a vivere; ha 13 anni, e per sé immagina un futuro molto diverso.

Inizia quindi a progettare la sua fuga verso Harare, dove spera di trovare un lavoro più dignitoso e stabile. Qui si unisce a una banda di coetanei che vivono in un accampamento improvvisato vicino alla stazione degli autobus. Sopravvivono mendicando, cercando cibo nei cassonetti e mettendo in atto piccoli furti. Gli altri ragazzini gli insegnano a sniffare la colla e, quando il team della Casa del Sorriso lo incontra tre mesi dopo, ne è già dipendente.

Lo staff lo convince a recarsi alla Casa per mangiare un pasto caldo e lavarsi; lo includono nei servizi di counselling psicologico e cercano di capire la sua storia, ma il ragazzino si rifiuta di parlare.

Un giorno, alterato dalla colla, viene investito da un’auto mentre attraversa la strada. Qualcuno lo porta all’ospedale e i suoi amici informano lo staff della Casa del Sorriso, che va subito a verificare le sue condizioni. Spaventato dall’incidente, Washington si decide a fornire qualche dettaglio sulla sua famiglia d’origine, e così lo staff riesce a mettersi in contatto con il nonno.

Parallelamente, gli operatori chiedono ai servizi sociali di effettuare qualche accertamento sulla famiglia per capire se sia idonea a riaccoglierlo. Il responso è positivo: gli assistenti sociali si dicono favorevoli al ricongiungimento, a patto che i nonni dimostrino di poter mantenere e far studiare il bambino.

La Casa del Sorriso coinvolge allora Volunteers for Vulnerable Children, un’organizzazione partner che si occupa di riunificazione familiare, e presenta loro il caso di Washington. L’organizzazione acconsente a fornire un sostegno economico per pagare le tasse scolastiche al ragazzino e comprare ai nonni dei polli per avviare una piccola attività commerciale che possa garantire un’entrata economica stabile.

Sono passati sei mesi da quando Washington è tornato a casa. Splendente nella sua uniforme nuova, è un ragazzino rinato. Ora sta preparando gli esami di ammissione alla seconda media, ed è felice di essersi lasciato la vita di strada alle spalle.


La campagna #LiberiTutti sostiene le attività della Casa del Sorriso di Harare: per dare il tuo contributo puoi mandare un SMS da 2 o effettuare una chiamata da rete fissa da 5 o 10 euro al 45535. Hai tempo fino al 25 dicembre, contiamo su di te! 

Grazie

 

Foto di Roger Lo Guarro